CALL CENTER – Comunicato Sindacale

Cari colleghi,
penso che, a questo punto, sia arrivato il momento di fare delle precisazioni e delle puntualizzazioni.
A Napoli dicono “ Ca nisciunb è fess” e credo che gli tutti gli operatori hanno il diritto di sapere come stanno
esattamente le cose.
Qualcuno, probabilmente, pensa che i dipendenti siano sprovveduti e ignoranti. Ebbene noi crediamo che siano
invece sufficientemente stanchi e spaventati e nonostante i tanti buoni propositi per il futuro, ora vedano nero.
Riassumendo le puntate precedenti.
In data 23 settembre veniva stipulato un Verbale d’Accordo per la cessione del Ramo d’Azienda di Call&Call. Alla
firma erano presenti CGIL, CISL, UIL, UGL, CISAL COMUNICAZIONE, e tutti unitariamente e. credo senza alcuna
costrizione, firmavamo;
1) Il passaggio dei rapporti di lavoro avverrà ai sensi dell’art. 2112 cod. civ. senza soluzione di continuità, mentre
relativamente ai debiti ed ai crediti maturati e/o sorti antecedentemente alla data di efficacia del trasferimento,
gli stessi rimarranno in capo esclusivamente alla Call & Call, anche in deroga all’art. 2112, 2° comma, cod. civ..
Ci sfugge, quindi ora, perché qualche sindacato, e RSA fresco di nomina in particolare, voglia addossare la
responsabilità del pagamento del 30 ottobre alla nuova azienda che viene impropriamente chiamata in causa e sulla
quale viene comodamente ribaltato un problema che non le appartiene.
E’ comunque vero, che qualora CDS dovesse decidere di farsi carico del problema o di una parte di esso, anticipando
il pagamento, farà cosa gradita e non mancheremo di ringraziare e portare gratitudine.
Ma, cara RSA CGIL, non è un atto dovuto e non bisogna assolutamente farlo passare come tale, tentando, in tal
modo, di scrollarsi di dosso la responsabilità della propria inerzia, assenza e della mancanza di qualsivoglia
interessamento alla vicenda se non per chiedere la firma della Delega Sindacale al momento opportuno.
“Su richiesta espressa delle OO.SS., Call & Call si impegna a presentare istanza al Tribunale fallimentare di Monza
al fine di richiedere che i ratei di tredicesima mensilità afferenti al 2020, maturati fino alla data di efficacia del
trasferimento e quindi rimasti in capo a Call & Call stessa, possano essere versati ai dipendenti con il cedolino del
mese di ottobre 2020. Si precisa, però, che l’esito di tale istanza non dipende da Call & Call e non condiziona
alcuna altra previsione del presente accordo sindacale.”
In data 7 ottobre Cisal Comunicazione indirizzava al Tribunale di Monza richiesta formale di verifica del deposito
dell’istanza, contestualmente ne sollecitava l’approvazione riceveva la seguente risposta:
“Spett. Ente
in risposta alla vs la presente per comunicare che, per quanto a conoscenza degli scriventi, la società ad oggi
alcuna istanza ha depositato.
Per quanto sopra, trattandosi di concordato cd in bianco, allo stato la vs richiesta/sollecito dovrà essere inviata
direttamente alla ricorrente Call&Call.”

Ora, noi non conosciamo le motivazioni che possono aver portato l’azienda a non presentare la richiesta al Tribunale,
tuttavia, non possiamo non censurare tale atteggiamento che non solo non è conforme al Verbale del 23 settembre
ma non lo è neanche rispetto alle conciliazioni sindacali firmate il 30 settembre da tutti gli operatori insieme a quei
Sindacati.
Non ci piace il tentativo di mistificazione dei Sindacati Veri (perché noi vi ricordo saremmo i Farlocchi) perché invece
di censurare il comportamento tentano di aggirare l’ostacolo spostando l’attenzione da un’azienda all’altra. IL
GIOCO DELLE TRE CARTE
In data 19 ottobre 2020, quindi, abbiamo deciso di inviare a Call&Call formale diffida ad adempiere rivendicando
l’accordo del 23 settembre e le conciliazioni sottoscritte il 30 settembre. In quella stessa data abbiamo aperto un
dialogo con l’azienda sottolineando la difficoltà concreta di tutti Noi operatori a far fronte alla eventualità del
mancato pagamento. Ci siamo fatti portavoce dello stato di apprensione di tutti i colleghi ricordando che un
mancato pagamento comporterebbe, per la maggior parte degli operatori, una indisponibilità anche di quelle risorse
necessarie per mettere benzina nei giorni seguenti e quindi recarsi regolarmente a lavoro, oltre ad una difficoltà
oggettiva a far fronte a tutte le scadenze di una famiglia media, ancora di più in questo momento, visti i difficili
momenti e le rinunce a cui siamo stati chiamati nei mesi precedenti.
Non stiamo accendendo incendi e non stiamo incitando a guerre di bandiera ma solo reclamando DIRITTI. Alla fine
non sappiamo se vinceremo la guerra ma saremo soddisfatti di averne combattuto ogni singola battaglia facendoci
sempre carico delle Istanze dei Lavoratori.
IL SINDACATO DEVE RAPPRESENTARE I LAVORATORI.

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RSA CISAL COMUNICAZIONE