Emergenza COVID-19 in TIM

CISAL Comunicazione sta osservando il comportamento dell’azienda in merito all’emergenza del COVID19, ricordiamo che si tratta di un virus per il quale ad oggi non c’è cura e che se contratto bisogna essere fortunati in un una reazione positiva al contagio da parte dell’organismo.
Un virus che nel rapporto morti\guariti è oggi è come percentuale al 50% e che se muta potrebbe colpire con “successo” anche una fascia di età più giovane di quella attuale che è quasi quella della media dei dipendenti in azienda.
Purtroppo, è questa è una questione seria e non può essere lasciata la decisione a quei medici competenti in cui fino ad oggi i lavoratori non hanno riposto alcuna fiducia e che hanno certificato idonee alle mansioni, invalidi assunti come tali, ipovedenti idonei al video terminali o che hanno inventato la nuova salita in quota fino a 5 metri differentemente a quanto prevede la legge.
Oltre ciò, come O.S. riscontriamo che nei territori non vengono nemmeno informati gli RLS di casi di quarantena o contagiati per i quali l’azienda ha dato seguito a sanificazioni di interi piani all’interno di sedi aziendali.
Come O.S. abbiamo l’impressione che sia più importante la produttività di altri valori ben più importanti come la salute dei lavoratori.
Tale impressione è rafforzata dai comportamenti aziendali, dalle direttive differenti date dai vari capetti nei territori, dai documenti in continua evoluzione che sembrano cambiare a seconda della reperibilità in commercio dei DPI.
Così abbiamo i TOF che qualcuno cerca di far intervenire in casa cliente anche per realizzare impianti che lo vedranno impegnato per ore e per i quali qualcuno crede di avere la coscienza apposto avendo fornito i TOF di velina per alimenti, sapone per le mani, mascherina e doppio paio di guanti ovvero rendendo quasi impossibile l’attività oltre che pericolosa a causa di un virus di cui ripetiamo attualmente non c’è nessuna cura e che è pericolo se contratto non solo per il lavoratore, ma anche per i colleghi, familiari e tutta la comunità.
Non è il solo il TOF che si deve proteggere, perché se è al lavoro, vuol dire che sta bene ma è il cliente che deve adeguarsi con mascherina, copri scarpe, guanti ecc… prima che entra in casa il tecnico ed il quale deve dimostrare che è a disposizione un ambiente sanificato in modo opportuno.
Basta pensare al solo al vestiario che potrebbe entrare in contatto con un ambiente infetto, per il quale le normative aziendali non prevedono una casistica.

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VERGOGNA

Segreteria Regionale Puglia