
Mentre decine di lavoratrici e lavoratori del settore BPO sono in contratto di solidarietà a Crotone, con stipendi ridotti e turni incerti, apprendiamo che a Roma si assume per lo stesso identico servizio di assistenza clienti, dedicato a Poste Italiane, nella sede di via Tiburtina.
Un paradosso inaccettabile: da una parte si parla di “crisi di volumi” e si tagliano le ore a chi lavora da anni con professionalità; dall’altra si avviano selezioni per 60 nuovi posti, a tempo determinato, con la promessa di formazione e stabilizzazione. Tutto questo mentre i lavoratori storici sono messi ai margini, senza prospettive né tutele adeguate.
Pretendiamo chiarezza:
• Che fine ha fatto il principio di clausola sociale e di riutilizzo del personale già formato?
• Perché si ricorre a nuove assunzioni, mentre chi è già in organico viene sacrificato?
• E ammissibile che si creino sedi parallele per servizi identici, ignorando chi è già in carico?
Come CISALCOM denunciamo questa gestione schizofrenica delle risorse umane nel settore dei contact center, dove il profitto viene prima della dignità dei lavoratori. E chiediamo con forza che i lavoratori in solidarietà siano reinternalizzati su tutte le nuove commesse attive, a partire da quelle di Poste Italiane.
Invitiamo le Istituzioni, il Ministero del Lavoro, INPS e Poste Italiane stessa a vigilare e intervenire su quanto sta accadendo. Il tempo dei silenzi è finito. I lavoratori non sono numeri.
CISALCOM – Al fianco di chi lavora, sempre.
27 Giugno 2025
p. Cisalcom
Angelo Natili