
Konecta ha comunicato l’insorgere di criticità significative su alcune commesse strategiche, in particolare quelle relative ad Acquirente Unico, Generali, Unipol Assistance e Aria, insistenti su specifici territori. Le problematiche, seppur differenti per natura e origine, stanno convergendo verso una pesante contrazione dei volumi operativi, con conseguenti eccedenze di personale in diversi siti produttivi.
A questo scenario già complesso si aggiunge la nota e mai risolta interruzione del rapporto di fornitura con TIM, che ha ulteriormente indebolito l’assetto industriale e occupazionale dell’azienda.
Nel dettaglio:
- Acquirente Unico (controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha dichiarato la volontà di internalizzare le attività, sottraendole all’affidamento esterno e trasferendole su piattaforme proprietarie.
- Generali, da tempo uscita dal perimetro di fornitura Konecta, ha abbandonato la commessa senza l’applicazione di alcuna clausola sociale, con conseguente perdita occupazionale unilaterale.
- Unipol Assistance registra una drastica contrazione dei volumi di traffico, con la stessa Konecta che ha dichiarato la restituzione della commessa, mentre permangono ostacoli evidenti all’attivazione della clausola sociale.
- Aria, infine, è stata affidata a un raggruppamento di imprese non aderenti al CCNL delle Telecomunicazioni.
In tale contesto, Konecta ha formalizzato una dichiarazione di esubero per circa 600 lavoratori a livello nazionale (400 FTE), prospettando l’intenzione di ricorrere a strumenti di sostegno al reddito per fronteggiare l’emergenza.
Lecce, Milano e alcune regioni del Sud – come Calabria e Sicilia – sembrano escluse, per ora, da questa procedura, grazie alla presenza di progetti di sviluppo digitale in partnership con le istituzioni regionali.
È inaccettabile che ancora una volta siano i lavoratori e le lavoratrici a pagare il prezzo di strategie industriali inefficaci, scelte gestionali discutibili e dinamiche di mercato opache.
CISAL COMUNICAZIONE pretende trasparenza, chiarezza su volumi, commesse, piani di riorganizzazione e, soprattutto. Nessun esubero può essere giustificato se prima non si è verificato l’intero spettro di soluzioni alternative, compresa la ricollocazione e il riassorbimento tra imprese dello stesso settore.
La crisi non può essere gestita come un dato contabile.
Chi lavora merita ascolto, prospettive e rispetto.
p. CISAL COMUNICAZIONE
Segretario Nazionale Dr. Visca