TIM – Smart Working con sorpresa

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Smart Working con sorpresa
La nostra Organizzazione è sempre stata favorevole al lavoro agile. Modalità operativa che contempera le legittime esigenza aziendali, con le altrettanto legittime necessità personali dei dipendenti. La nostra approvazione è subordinata ad un utilizzo realmente “SMART” di detta modalità.
Purtroppo da inizio aprile, nonostante le innumerevoli opinioni contrarie espresse dai colleghi anche sui social aziendali, assistiamo al rientro coatto in ufficio, con modalità del tutto simili a quelle attuate per l’inserimento dei bambini alle scuole dell’infanzia all’inizio dell’anno scolastico.
Com’è possibile che, nonostante siano trascorsi più di due anni magnificando l’aumento di produttività conseguito con il personale costretto ad operare dalla propria abitazione, per tacere del risparmio economico (che si favoleggia essere nell’ordine di decine di milioni di Euro) ottenuto dall’azienda chiudendo le sedi, si costringa la gente a rientrare?
Sembra che ufficialmente il motivo sia da ricercare nella necessità di favorire la socializzazione dei colleghi che lavorano in ufficio. Motivazione meritoria se non fosse che la percentuale che ha deciso per il ritorno definitivo sembra essere molto bassa ed i colleghi che hanno optato per il rientro 5/5 limitato alla settimana o due previste, si ritrovano le postazioni vuote; dovendo quindi svolgere le loro attività abituali con gli apparati assegnati per il lavoro agile (da trasportare quindi avanti ed indietro da casa) trovandosi in ufficio magari da soli o con pochi altri: situazione ben diversa da quella pre pandemia.
Del resto la “socializzazione” non sembra essere da tempo una priorità per l’Azienda, ad esempio fino dal 2013 con l’imposizione del “Progetto Panda”, e più recentemente con l’invenzione dell’Incentivo si è proceduto in direzione diametralmente opposta cercando di isolare i tecnici gli uni dagli altri in modo da impedire loro di vedersi, comunicare e confrontarsi.
A pensare male, si potrebbe supporre che il rientro sia stato fortemente voluto da tutti quei responsabili a vario livello che, nel momento in cui ci si è accorti che i lavoratori non avevano bisogno che qualcuno “alitasse loro sul collo” per ottemperare ai loro doveri, hanno visto notevolmente ridotta la loro importanza fintanto da rendere palese, in alcuni casi, quanto fosse superfluo il loro ruolo.
Più prosaicamente si potrebbe supporre che l’azienda stia spingendo al rientro in ufficio in maniera sempre più pressante in modo da trovare un terreno fertile all’accettazione di accordi sul lavoro agile nei quali possano essere contenute clausole che altrimenti sarebbero state rifiutate categoricamente:

ricordiamo che vi sono aziende in cui oltre a corrente elettrica e connessione internet, il lavoratore mette a disposizione dell’azienda anche il proprio PC, o altre nelle quali si prospettavano riduzioni di stipendio per chi operasse da casa…

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Trento, 19.04.2022
La Segreteria Nazionale

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